Un' «autentica esperienza di libertà». La Fondazione Giulio Pastore (1971-2021). Roma, Edizioni lavoro, Edizioni Fgp, 2022.
La FGP, una comunità di studi e di affetti
Al XIX Congresso confederale è stato distribuito e presentato il volume dedicato al 50° della Fondazione. Non si tratta di una ricostruzione sistematica ma di un’ampia serie di testimonianze, documenti, note biografiche e materiali che consentono di ripercorrere mezzo secolo di attività da quel 26 febbraio 1971, in cui un gruppo di amici, che si riconosceva nell’eredità di Giulio Pastore e nel magistero di Mario Romani ha firmato l’atto costitutivo della FGP.
Che fossero «un gruppo di amici» non è un modo di dire, corrisponde allo stretto rapporto di amicizia che li univa. Chi ha avuto la possibilità di frequentare la Fondazione nell’arco di mezzo secolo si è trovato davvero a vivere un’esperienza comunitaria fatta di condivisioni di intenti, di lavoro intellettuale e di quella fatica che un’applicazione rigorosa del lavoro scientifico richiede.
Una vera e propria scuola che ha avuto a maestri di pensiero e di metodo scientifico Giovanni Marongiu e Vincenzo Saba, e che in Benedetto Calì ha trovato un maestro di socialità.
Tanto che nel 2008, alcuni di loro hanno deciso di costituire un’associazione «Amici della Fondazione Giulio Pastore», attualmente presieduta da Marco Romani.
Le riflessioni pubblicate a firma degli «Amici FGP» nel volume sul 50°, qui allegate, testimoniano quell’esperienza e una riconoscenza che non potrà mai venire meno.